Videofusion1, a cura di Gabriele Perretta

video_A_Matarazzo.
Videofusion1
dal 16 Febbraio al 3 Marzo 2007
a cura di Gabriele Perretta
Galleria studio.ra


Artisti: Anonima di-chi-sì-lu-son, Enzo Berardi, Carlo Caloro, Cast, Vincenzo Ceccato, Hervé Constant, Daniela Cignini, Ezio Cuoghi, Cutini & Mangiaterra, Fabiola Faidiga, Carlo Fatigoni, Pietro Finelli, Future Planet, Heinrich Grensbeck, G.P. Mutoid, Gruppo Sinestetico, Fathi Hassan, Jeffrey Jsaac, Lello Lopez, Giorgio Lupattelli, Antonio Lucifero, Mario Matto & co, Antonello Matarazzo, Wayne Mc Gregor, Andrea Neri, Rivka Rinn, Amparo Sard, Sbullonati Production, Paul Sermon, Gretchen Schiller, Flavio Sciolè, Stefano Ronci, Nello Teodori, Falk Topfer, Silvano Tessarollo, Giacomo Verde, Roger Welch.


Special guest da Videor: Nanni Balestrini, Franco Beltrametti, Giorgio Caproni, Giorgio Celli,Corrado Costa, Gregory Corso, Ahemed Ben Dhiab, Alfredo Giuliani, Eugenio Miccini, Elio Pagliarani, Lamberto Pignotti, Vito Riviello, Amelia Rosselli, Adriano Spatola, Eduardo Sanguineti, Gianni Toti, Patrizia Vicinelli.

Videofusion1
cured by Gabriele Perretta
from the 16th of February to the 3rd of March
Galleria studio.ra


Artists: Anonima di-chi-sì-lu-son, Enzo Berardi, Carlo Caloro, Cast, Vincenzo Ceccato, Hervé Constant,
Daniela Cignini, Ezio Cuoghi, Cutini & Mangiaterra, Fabiola Faidiga, Carlo Fatigoni, Pietro Finelli, Future Planet, Heinrich Grensbeck, G.P.Mutoid, Gruppo Sinestetico, Fathi Hassan, Jeffrey Jsaac, Lello Lopez, Giorgio Lupattelli, Antonio Lucifero, Mario Matto & C., Antonello Matarazzo, Wayne Mc Gregor, Andrea Neri, Rivka Rin, Amparo Sard, Paul Sermon, Gretchen Schiller, Flavio Sciolè, Stefano Ronci, Nello Teodori, Falk Topfer,
Silvano Tessarollo, Giacomo Verde,
Roger Welch.


Special guest from Videor: Nanni Balestrini, Franco Beltrametti, Giorgio Caproni, Giorgio Celli, Corrado Costa, Gregory Corso, Ahemed Ben Dhiab, Alfredo Giuliani, Eugenio Miccini, Elio Pagliarani, Lamberto Pignotti, Vito Riviello, Amelia Rosselli, Adriano Spatola, Eduardo Sanguineti, Gianni Toti, Patrizia Vicinelli.


Video: Videofusion1


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Videofusion1 si rivolge ad un pubblico impegnato nella ricerca di una nuova dimensione dell’immagine e della parola video. Con essa si tenta di tradurre in savoir faire il patrimonio dei generi e delle suggestioni formali, accumulate negli ultimi anni dalla videoarte e dalla performing art, tecniche oramai assorbite tra schermi ed azioni. La scaletta di questa prima Miscellanea tenta di suggerire chiavi di interpretazione dei problemi culturali e tecnici dell’immagine video, per far fronte agli impegni di una pratica libera ed adeguata alle esigenze di una metaforica fusion art e di una traccia di segni intermediali. Contando su generazioni diverse di autori, che dalla poesia all’esperienza più dettagliata del ’video’ si incontrano nel campo dell’immagine e della performance, videofusion1 cerca di mescolare ciò che la critica accademica ha sempre separato in anguste partizioni. In realtà, lo spirito della rassegna si propone di raccontare e analizzare “un’esperienza della videoarte” in una traiettoria trasversale ai generi e ai modi, prendendo a pretesto quattro o cinque punti di vista mediali, che hanno a che fare con la stimolazione delle sinergie: narrazione, quotidianità, movimento nel movimento, performing art vs performing image, critica totale e persistenza della sperimentazione, etc.
La via della narratologia video, alla quale è dedicata una prima tangente della rassegna, aiuta a penetrare nella struttura della comunicazione, utilizzando le stesse tecniche del montaggio video e consente di coglierne le funzioni e i molteplici significati. Lo smontaggio della struttura compositiva di un video mette a nudo i suoi meccanismi costitutivi e il ruolo che svolgono figure raccontate, plot, pretesti e contesti, immagini rese secondo sequenze logiche, effetti e scelta selezionata del sommario assemblativo (combine), nonché il punto di vista adottato dall’autore, dall’identità collettiva in progress, l’uso delle categorie spazio-temporali e via di seguito. All’estetica della ricezione è dedicata una seconda ipotesi di lettura: a questo punto la rassegna muove dal presupposto che l’esperienza del narrare per immagini interagisce con tutti gli altri sensi, attraversando disparati sistemi di comunicazione e diversi modelli culturali e sociali. Inoltre, con un opportuno lavoro di scavo, riproducibile anche in sede “creativa diffusa”, in essa si tenta cogliere i segni di queste realtà dentro il tessuto formale e tematico dell’immagine video, in quanto produzione e analisi della ricezione stessa. Un’altra parte, poi, affronta il nodo dell’inconscio dell’immagine video e della sua presenza entro l’orizzonte culturale della tradizione del cinema dello scorso secolo, considerando esperienze di teatralizzazione e di visualizzazione diffusa, di estensione all’esercizio della parola-suono, dell’oralità e della presenza fisica dell’autore come relazione tra movimento ed immagine diretta. Qui viene messa a punto una successione di lettura che, all’interno delle videofrequenze, consente di cogliere il senso nascosto di particolari procedimenti “narrazionali”, o di dinamiche sperimentali e che, in maniera totale, coinvolge gestualità, sinestesie, sineddoche e plurali metonimie.
Una delle peculiarità della rassegna è l’assemblaggio di opere ed esperienze artistiche provenienti dai territori più disparati: arti visive, cinema, televisione, teatro e performance, danza, letteratura e scritture visive. Essa tenta di raccogliere questa fusione tra i diversi ambiti, perché ponendosi a cavallo e dopo alle ricerche dei fondatori della videoarte, agisce sulla scia dell’utopia dionisiaca e autonomistica che si propone come terapia della contaminazione totale, come un’ulteriore critica al sistema dell’arte ed alle sue confezioni stilistiche. Le generazioni mediali, che si sono sviluppate dopo la neoavanguardia occidentale, più che rassegnarsi all’effetto di normalizzazione col dispositivo video, hanno frequentato con radicali fusioni di pratiche basse (low) una produzione artistica diffusa, che ha dissipato la tradizione più alta della forma-autore. Da qui la facilità a trovare e identificare i materiali più disparati e le tecniche di digitalizzazione più diffuse e più popolari. E’ nel territorio frastagliato di questa nuova tendenza mediale, che si ritrova un’economia della cultura in grado di affrontare i problemi più radicali della valorizzazione e della produzione. Nella formazione di queste nuove generazioni, il video rimane importante per il ruolo che i mass media giocano non solo nel mondo dell’arte. Ecco perché qualsiasi tecnica più aggiornata viene vista come qualcosa che appartiene già all’immediato passato, qualcosa che è in grado di sollecitare in maniera forte una critica al presente che rimane sempre più sfuggente e incomprensibile.


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The exhibition was initially planned from 16th of February to 3rd of March 2007, but it has extended until on 16th of March 2007 inclusive, thanks to the big interest and attendance.
Videofusion1 addresses an audience engaged for the pursuit of a new dimension of the image and of the word video. The path of this first Miscellanea aims to suggest keys of interpretation of cultural and technical problems of the video image, to meet the engagements of a free and suited to requirements practise of a fusion art and of a trace of inter-media signs.
Considering the different generations of authors, who meet on a field of the image and of the performance from the poetry to the most detailed experience of ‘video’, videofusion1 tries to mix what the academic criticism has always separated into narrow partitions. In reality, the inner meaning of the exhibition intends to tell and to analyse “an experience of video art” in a transversal path to the genres and modes, using four or five media viewpoints as an excuse, that have got something to do with the stimulation of the synergies: narration, daily routine, movement into movement performing art vs. performing image, total criticism and persistence of the experimentation, etc…
One of the peculiarities of the exhibition is the assemblage of works and artistic experiences that are arising from the most varied grounds: visual art, cinema, television, theatre and performance, dance, literature and visual writings.
Videofusion1 tries to gather this combination between different fields, because it interposes during and after the searches of the video art founders, it acts in the wake of the Dionysian and autonomist utopia that proposes oneself like therapy of the total contamination, like a further criticism to the system of the art and its stylistic wrapping. The media generations have developed after the western neo-avant-garde, instead of resigning to the effect of normalization with the video system, they have also frequented a widespread artistic production with radical blend of low practises, that has dispersed the higher tradition of the author-shape. Hence it follows that is easy to find and recognise the most varied materials and the most widespread and the most popular technologies of digitization.
An economy of the culture ends up in the uneven ground of this new media tendency, able to tackle the most radical problems of the enhancement and of the enlarged and scattered production.
Within the context of attempts of critic refounding of a theory of media and for the exposition of Videofusion1, it has also introduced a publication – of only critical works – that analyses the political position of the video art in progress.
The book contains: two essays written by Gabriele Perretta (Alcune note sulla videoart in generis e non solo; A la [rêche]…rche dell’immagine digitale – Some notes on the videoart in generis and not only. In search of the digital image) prefaced by an editorial writing of the NetZine eadessovediamo.org, a brief anthology on a word of Massimo Celani, a general mapping of the exhibition and a translation of Andrène Felleny, edition Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, Roma 2007, 5€.


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